Che cos’è il Greenwashing? Lo spiega molto bene Aldo Bolognini Cobianchi in un meraviglioso testo pubblicato da Hoepli nel 2022 dal titolo “Comunicare la sostenibilità: oltre il Greenwashing”. Partiamo proprio da quel testo e dalle parole dell’autore, per commentare la pratica del Greenwashing.
Letteralmente sarebbe “lavaggio verde” ed è una pratica che molte aziende e brand hanno fatto e fanno tutt’ora per presentarsi come “sostenibili”. Ma non è vero! Perché quella del Greenwashing è una sostenibilità solo di facciata, ma non corrisponde allo stato reale delle cose.
In un testo del 2018, L’industria della carità, la giornalista e scrittrice Valentina Furlanetto definisce il greenwashing come una mossa falsa e pericolosa che le aziende fanno per ripulirsi la reputazione agli occhi del pubblico o per cercare di posizionarsi in una fetta di mercato che non è la loro, mistificando risultati, materie prime, etichette e comunicazione del proprio brand o dei propri prodotti.
Ma come si fa a smascherare il Greenwashing?
Secondo Jay Westerveld, noto ambientalista americano e giornalista freelance, citato appunto da Bolognini Cobianchi, ci sono degli elementi indicativi che smascherano il greenwashing di un’azienda. Tra questi ricordiamo e sottolineiamo:
- assenza di prove: rispetto alla sedicente sostenibilità di un prodotto o di un servizio;
- proposte falsamente accattivanti: da parte di un brand per affascinare e convincere i consumatori di un qualcosa che, in realtà, non c’è;
- mentire spudoratamente su componenti nutritive, materie prime utilizzate o facendo pubblicità che esalta valori assenti o che fa promesse che, ovviamente, non riuscirà a mantenere.
Cosa causa il Greenwashing?
Bolognini Cobianchi va avanti con la trattazione del Greenwashing sottolineando, con assoluta chiarezza e completezza di informazioni, cosa causerebbe e causa il Greenwashing ad un’azienda o a un brand che vi ricorre (cfr. p.86-87): in estrema sintesi, esso danneggia l’awareness e la reputation di un brand. Non è uno scherzo!
Soprattutto oggi, periodo molto delicato per la crisi energetica e per la sostenibilità ambientale, far finta di essere attenti al nostro Pianeta o sensibili nel diffondere delle notizie o valori che non corrispondono al reale, non può far altro che compromettere per sempre un brand.
Quindi il consiglio è di non farlo se non lo si è!
Perché l’era dei clienti sta tramontando da un bel po’. Oggi ci sono le persone e le persone desiderano cose vere, ma soprattutto veri brand.